I'm in love for the first time
E si ritorna a scuola. Quante cose erano accadute quell'estate? Beh, effettivamente, nulla di rilevante, a parte Derek. Già, Derek. Ci saremmo rivisti prima o poi a scuola? O lui aveva già finito? Non lo ricordavo, ero solo molto confusa, continuavo a pensare in svedese. Già, perché dovete sapere che quel pomeriggio, quello che avevo passato con Derek, papà aveva chiamato per dirmi che... Che dovevamo partire entro pochi giorni per la Svezia. La nonna ci aveva reclamati a gran voce, anche perché dovevamo presenziare a varie cerimonie, essendo la famiglia di mia madre molto importante lì. Avevo tentanto di convincere mio padre a farmi rimanere con Andrew che doveva dare alcuni esami, ma non c'era stato niente da fare: sarei dovuta partire con lui, poi Andie ci avrebbe raggiunti. Non potete immaginare il mio sconforto. Non ero riuscita a contattare Derek e dalla Svezia sarebbe stato completamente improponibile: anzi, era proprio impossibile. Così, ogni tanto nell'ultima settimana mi era capitato di fare delle domande a papà, ma anche dei discorsetti, in svedese. Lui mi guardava all'inizio corrucciato, poi mi rispondeva nella sua lingua e mi faceva rendere conto che parlavo nella mia lingua madre, non in inglese. Ogni volta sbuffavo e mi sforzavo di tornare con i piedi su suolo americano: ormai era quella la mia nazionalità. Così, tornai a scuola pensierosa. A Stoccolma avevo ritrovato i miei amichetti di quando ero piccola: anche loro erano cresciuti, alcuni anche tanto. Io ero l'unica rimasta più piccolina e bassina. Ero uscita con loro, mi ero divertita, ma ogni tanto Derek mi tornava in mente. Sì, speravo di rivederlo quella mattina. Arrivai a scuola accompagnata da Andie. A lui avevo raccontato tutto e mi aveva incoraggiato a cercarlo, almeno quella mattina per spiegargli tutto. Io avevo annuito poco convinta, ma avevo annuito. Arrivai davanti all'armadietto e vi infilai i primi libri, nuovi. Le cheerios ancora non avevano iniziato a fare vittime, quindi ero in abiti "civili". Un po' tanto sbracciata, ma chi lo avrebbe mai notato? Chiusi l'armadietto pensierosa, avviandomi timidamente verso il corridoio dove si trovava quello di Derek. Presi coraggio facendo un gran respiro e lo cercai con lo sguardo. Vidi una testa riccioluta che riconobbi come Samuel, suo cugino. Il cuore mi fece una capriola nel petto quando lo vidi non poco lontano. Mi morsi il labbro inferiore e mi bloccai sul posto, puntando il mio sguardo su di lui. Mi erano esplose mille e mille emozioni dentro, come quando... Come quando vedi una persona dopo molto tempo e questa persona è importante per te. Sembrerà stupido, forse da bambini, ma era così. Gli sarei voluta correre incontro, ma ero completamente paralizzata. Così gli sorrisi. Uno dei sorrisi più larghi, sinceri e pieni di affetto che io abbia mai fatto. Ero terribilmente felice di rivederlo.
Evangeline Liselott Fierce