I’m never gonna leave this bed!, Nick/Anya

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;idiot
view post Posted on 17/9/2011, 14:39




Nicholas Parker Prof Dalton, artista
Era sabato e sia io che Anya non lavoravamo. Così ci eravamo finalmente decisi ad andare a ricomprare il vaso che tenevo in salotto e che lei aveva rotto. Delle volte era proprio sbadata, ma l'amavo anche per questo. Mi faceva ancora un certo senso dire che la amavo, ma l'avevo finalmente ammesso. Sia a me stesso che a lei. E le cose erano andate sempre meglio. Il lavoro a scuola andava normalmente, era appena iniziato l'anno scolastico e quindi non c'erano grandi complicanze. Quindi non c'erano neanche meno momenti per me e la mia ragazza. Ma quando saremo stati sotto le vacanze di Natale la musica sarebbe stata completamente diversa. In ogni caso, c'era ancora qualche mese e mi sarei goduto tutto il tempo che riuscivamo a ritagliarci per stare insieme. La convivenza era meglio di quel che pensavo. Avevamo entrambi i nostri spazi e questa era la cosa più importante, almeno secondo me. Lei aveva il suo laboratorio ed io avevo il mio. Anya era migliorata tantissimo, artisticamente parlando, e - non per essere modesti - il merito era anche mio. Speravo di riuscire anche a farla diventare un po' più 'tranquilla', non mi andava di comprarmi una scorta di vasi perchè ne rompeva uno al dì. E proprio per questo motivo, oggi, eravamo andati all'ikea. Mi ero preparato e poi ce ne eravamo andati con la mia macchina - che avevo comprato da meno di un mese. Speravo di trovare un degno sostituto al mio amato vaso. Non mi ero arrabbiato molto.. L'avevo ripresa - sì, quasi fosse mia figlia - ma poi, in fin dei conti, mi ero reso conto che era solo un vaso e che lei ci si sarebbe persino potuta far male. Una volta arrivati parcheggiai e poi le presi la mano, entrando e guardandoci subito intorno. «È gigantesco..» commentai, ogni volta facevo sempre lo stesso commento. Ma non potevo farci nulla, era davvero enorme!
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Edited by ;idiot - 17/9/2011, 23:36
 
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view post Posted on 17/9/2011, 16:51
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«Anita Evelyn Aldrin» Se avessi sterminato un'intera Nazione, probabilmente non mi sarei sentita in colpa come in quel momento. Non era solo aver rotto il vaso di Nick, anche perchè non era che mi entusiasmasse molto, era solo che facevo di tutto per non sembrare una bambina, una marmocchia a cui badare, e puntualmente combinavo qualcosa che mandava all'aria tutti i miei buoni propositi. Ma almeno quei giorni ero talmente calma e rilassata che avrei potuto sopportare qualunque tipo di stress, così mi sforzai di vedere il lato positivo della cosa: ok, l'Ikea non era di certo un Luna Park, ma con Nick anche un cimitero sarebbe potuto essere divertente. Quando arrivammo, scesi dalla macchina alzando gli occhi verso l'enorme capannone con una sorta di timore reverenziale. Per me era come trovarmi di fronte alle Piramidi: qualcosa di cui avevo sempre sentito parlare e non avevo mai immaginato a dovere. Era quasi spaventoso, una sorta di mostro di legno e illeggibili istruzioni in svedese. Sorrisi, pensando che quando facevo certi ragionamenti nemmeno il più bravo degli psicologi sarebbe riuscito a caprirmi. «Ho paura che mi mangi viva», commentai con un soffio di voce, cercando istintivamente la mano di Nick. Avevo quasi paura di entrare e vedere tutte quelle famiglie medio-borghesi che fingevano di essere entusiaste all'idea di riportare a casa un divano verde vomito, e paura di rivedere in ognuna di quelle donne una copia in piccolo di mia madre. Avevo sempre evitato quel genere di negozi, pensando che comunque non ne avrei mai avuto bisogno, ma beh, evidentemente mi sbagliavo - ed ero felice di sbagliarmi, davvero.

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view post Posted on 17/9/2011, 20:17




Nicholas Parker Prof Dalton, artista
Era quasi come portare una bambina al circo. Mentre lei guardava stupita tutte le meraviglie che aveva attorno mentre tu - da genitore - cercavi di tenerla con i piedi per terra. Ma a me non dispiaceva affatto. Prendermi cura di Anya era quasi come prendersi cura di un uccellino caduto dal nido e che - feritosi - andava curato. Quindi le presi la mano e l’accompagnai in quello che, parole sue, disse che l’avrebbe mangiata. Così risi e mi abbassai a baciarle la guancia, «Mia cara Gee, devo ricordarti che hai un supereoe al tuo fianco?» le chiesi ridacchiando e poi stringendole la mano. Le sorrisi per incoraggiarla e poi iniziai a camminare, guadandomi attorno per capire in che reparto ci trovassimo. Perdersi qui dentro era più facile che trovare uno studente senza compiti dopo le vacanze estive. Ora eravamo al reparto esposizione, così potevamo vedere e scegliere, per poi salire e prendere ci che si voleva. Non era male come cosa, peccato che delle volte non si trovasse ciò per cui, magari, avevi girato per ore. Non c’era molta gente, per fortuna. Il che era strano, dato che era sabato. Passammo piano tra le esposizioni di cucine e bagni. Poi ci ritrovammo dentro ad un’abitazione tipo. Di quelle che in un tot di metri quadrati hanno praticamente di tutto. Anche una stazione della NASA. «Potrebbero farci entrare anche una nave in queste abitazioni tipo» commentai guardandomi attorno. Io, che amavo l’architettura, rimanevo impressionato da certe cose. Ma anche divertito.
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Edited by ;idiot - 17/9/2011, 23:36
 
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view post Posted on 18/9/2011, 09:40
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«Anita Evelyn Aldrin» anyaminiMentre guardavo tutto ciò che mi circondava con l'aria di qualcuno che aveva passato gli ultimi cent'anni ad alienarsi dal mondo intero, Nick mi ricordò che non avrei dovuto avere paura, beh, lui era un supereroe. Risi e gli diedi una gomitata leggera, tanto anche se ci avessi messo tutta la forza possibile non sarei riuscita a scalfirlo minimamente. Su un espositore vidi uno di quegli enormi serpenti di peluche che davano in omaggio con certe camere, e ne presi uno arrotolandomelo sulle spalle come in una di quelle foto da calendari sexy. «Ci fanno i calendari per bambini, con questi?», chiesi, fissando negli occhi il finto serpente come se stessi tentando di ricavarne una verità universale. Lo rimisi a posto, continuando ad esplorare quel mondo che, per me, equivaleva un po' al Paese delle Meraviglie per Alice, visto ce non lo conoscevo per niente. Ci ritrovammo dentro una di quelle abitazioni tipo che sembrano case delle bambole un po' più grandi del normale, con la cucina, il letto, il salottino, ed ero quasi sicura che ci fosse un bagno nascosto da qualche parte. Mi sedetti sul letto, saltellando un po' sul materasso per vedere quanto fosse morbido. «Potrebbero farci entrare anche una nave in queste abitazioni tipo», disse Nick, e non potei far altro che trovarmi d'accordo. C'era davvero di tutto, probabilmente avevano anche trovato il modo di inserire un televisore a schermo piatto in uno degli sportelli. Lo raggiunsi e cominciai a curiosare nei suddetti sportelli, quasi convinta di trovarci un tesoro. «Quando ti ammazzerò verrò qui a nascondere il cadavere», commentai, ficcando la testa intera in un enorme pensile, tanto per vedere quanto fosse grande.

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view post Posted on 18/9/2011, 10:56




Nicholas Parker Prof Dalton, artista
Andava ammesso che, con Anya, non ci si annoiava mai. Indipendentemente dal luogo in cui ci si trovava. Era sempre come scoprire un lato diverso delle cose che ci circondavano perchè lei riusciva a farmelo notare. Quasi che fosse lei ad avere un qualche tipo di superpotere. Uno di essi era sicuramente il riuscire a farmi ridere. C'era riuscita persino dopo aver rotto il vaso ed in quel momento sarei stato capace di strozzarla. Tenni le braccia dietro la schiena, con le mani congiunte, e continuai a guardarmi intorno. Gli svedesi avevano trovato davvero un buon modo per far soldi. Ma io, che ero un amante del classico, non andavo pazzo per tutti quegli oggetti di design. Voltai la testa verso Anya che stava esplorando un pensile e risi appena, scuotendo la testa divertito. «Buona fortuna, gracilina» commentai, prendendola in giro. Non sarebbe riuscita a tirarmi su neanche con tutto l'aiuto di questo mondo. Sbirciai appena la cucina e poi passai in rassegna la camera da letto. Non sapevo neanche perchè lo stessi facendo, eravamo venuti qui per tutt'altra cosa. Ma era più forte di me, dovevo vedere. Guardai il letto, «È comodo?» chiesi ad Anya dato che poco prima l'avevo vista provarlo. Io avevo comprato il mio letto qui, insieme a poche altre cose, perchè, come già detto, le cose troppo di design proprio non mi piacevano. Sembrava quasi che bastasse disegnare qualcosa ad occhi chiusi, produrla così che tutti potessero dire "Oh, che capolavoro! Sembra proprio un'opera d'arte". E, visto che quello era il mio settore, non potevo apprezzare certe blasmefie.
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view post Posted on 19/9/2011, 17:38
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«Anita Evelyn Aldrin» anyaminiMi veniva quasi da ridere - in un senso buono, ovviamente. Trovavo comica quella situazione, forse perchè mi immaginavo con un grembiulino colorato a preparare dolci come una brava casalinga americana, e non ci sarebbe stata cosa più comica. Eravamo circondati da cartelli che ci invitavano a fare 'come fosse casa nostra', per cui quando Nick chiese se il letto fosse comodo, invece di rispondergli mi ci sdraiai sopra con una faccia beata, oscillando un po' perchè era fin troppo morbido. Misi le mani dietro la testa, l'immagine del relax, guardando sfrontatamente gli altri clienti che passeggiavano attorno all'esposizione, sorridendo come se fossi stata una modella ingaggiata apposta per dimostrare quanto fosse comodo quel letto. «Dovrebbero pagarci, è pubblicità gratuita questa», commentai, continuando con un occhio ad esaminare l'intero mobilio. Io, in una casa come quella, mi sarei sentita male. Era già difficile rispettare l'ordine di Nick, io che vivevo come un animale selvaggio, figuriamoci in una di quelle case con le tendine gialle alle finestre e in cui non puoi assolutissimamente entrare con le scarpe ai piedi. Mi vedevo molto meglio nella parte dell'uomo, paradossalmente - giornale alla mano, commenti cinici per gran parte del mondo e una quantità imbarazzante di caffè nello stomaco.

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view post Posted on 19/9/2011, 20:18




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Non mi ci volle molto a pentirmi della domanda posta ad Anya. Perchè lei, da brava bambina di sei anni, si sdraiò sul letto, quasi fosse il nostro. Scossi la testa e mi passai una mano tra i capelli. Dovevo fare il genitore cattivo? Ma vedendo la sua faccia non potevo far altro che sorridere. Il mio piccolo diavoletto personale. Non mi sarei mai sognato di fare una cosa del genere. Ma a quanto pareva non conoscevo Nick Parker poi tanto bene. Perchè mi avvicinai al letto, dalla parte libera, e mi ci sdraiai anche io. Risi per quello che disse Anya e mi voltai su un fianco, verso di lei. Poggiai un braccio accanto al suo busto, dalla parte opposta a dov'ero io, e la guardai incantato. Mi lasciava ogni volta senza parole. «Possiamo sempre farlo pro bono» commentai, sorridendole. Quale cosa più bella di vedere due giovani innamorati? Certo, io stesso sarei rimasto un po' perplesso nel vedere una coppia in un letto da esposizione, ma da quando stavo con Anya ero cambiato tantissimo. Non ero più tanto rigido. E ciò era un bene come poteva benissimo non esserlo affatto. Posai leggermente le mie labbra sulle sue tenendo gli occhi chiusi e senza smettere un attimo di sorridere. Come situazione era assurda per il semplice fatto che io mi sentivo a mio agio ma era tutto merito suo, ovviamente. Sarei potuto essere benissimo nudo e ciò non avrebbe cambiato niente perchè Anya era con me.
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view post Posted on 29/9/2011, 16:06
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«Anita Evelyn Aldrin» anyaminiCominciavo a pensare che quei momenti con Nick fossero terapeutici - dopo una giornata di lavoro, di liti telefoniche con mia madre e un'altra metà della famiglia, lavava via ogni preoccupazione con una semplice risata. Che altro avrei potuto desiderare? «Possiamo sempre farlo pro bono», disse Nick, e ridendo mi finsi accigliata. «Ma perchè solo Bono? E The Edge? E Paul McCartney?», Ecco, ora cominciavo con le battute imbarazzanti. Ogni volta che mi sentivo troppo a mio agio, il sangue saliva a la testa e se non ero colta da un attacco quasi mortale di ridarella, finiva comunque che cominciassi ad esibirmi in terribili battute da bagaglino. Sospirai forte quando smisi di ridere per la mia totale demenza, e lo vidi avvicinarsi. Sentii le sue labbra sulle mie e fui percorsa da un brivido, come ogni singola volta che mi baciava, nemmeno fossi una dodicenne con gli ormoni in subbuglio. La gente ci passava attorno e forse ci guardava scandalizzata, ma non importava - era come se noi su quel letto fossimo l'unico punto fermo nel mondo che andava a una velocità pazzesca, senza avere nemmeno il tempo di fermarsi a guardare quello che accadeva attorno a loro. E il bello è che queste cose le provavo con Nick, solo con Nick, e di questo non l'avrei davvero mai potuto ringraziare abbastanza.

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view post Posted on 29/9/2011, 20:56




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Anche in quei semplici contatti - come poteva essere un bacio a stampo prolungato - sentivo il mio corpo vibrare. E la cosa migliore era che quelle sensazioni, nonostante fosse già da un po' di mesi che io ed Anya ci frequentavamo, non sparivano mai. Anzi, crescevano e maturavano, proprio come la nostra relazione. Ci comportavamo sempre e comunque come due bambini, ma la nostra storia era più che seria. E dire che, all'inizio, pensavo saremo stati sempre e solo amici. Un uomo ed una donna che erano solo amici. L'eccezione alla regola. Ma, invece, alla fine ci eravamo 'omologati' agli altri. E, sinceramente, era la cosa migliore che avessimo mai potuto fare. Mi staccai dalle sue labbra e le sorrisi ancora, «Sempre la solita..» mormorai, scuotendo lievemente la testa e continuando a guardarla nei suoi meravigliosi occhi. Sorrisi di più e mi misi meglio su un fianco rivolto verso di lei, poggiai il braccio sul materasso e mi sorressi la testa con la mano. Guardai ancora la mia ragazza e poi, quando mi sentii osservato più del dovuto - eravamo su un letto da esposizione! - alzai lo sguardo. Lo riabbassai subito su Anya e mi avvicinai ancora a lei, «Tesoro, c'è una famiglia cinese nella nostra camera da letto» gli dissi a voce moderatamente bassa all'orecchio. La guardai divertito cercando vivamente di non ridere. Questa spensieratezza non mi era mai realmente appartenuta, ma quando ero con lei sembrava quasi che io non fossi più Nick. O almeno non quello che avevo sempre creduto di essere. Quando stavo con Kate era diverso perchè ero più giovane, praticamente un ragazzino. Quindi, nonostante fossi stato sempre un po' troppo serio, era più facile che facessi certe cose. Ed era bello poterle riscoprire ora, con Anya.
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