When you came in the air went out., Daniel // Aysha

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view post Posted on 22/8/2011, 01:16
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Daniel Lance Hammond ~ . . . ©
Serata importante quella. Era tardi, molto tardi, forse la mezzanotte era passata da un paio d'ore, forse di più, forse di meno. Non mi rendevo conto del tempo che scorreva perché mi stavo divertendo a modo mio. Ero seduto sul divanetto vicino a tante belle ragazze e dovevo solo decidere chi di loro si sarebbe divertita con me più avanti. Ma forse quella sera non avrei fatto nulla. O forse sì? Non riuscivo a pensare - meno del solito, effettivamente - così diedi pace al mio cervello e mi accomodai meglio sul divano, allargando le braccia. Osservavo il palco mentre i fumi dell'alcool prendevano possesso del mio cervello. Non ero ubriaco, ero solo un po' alticcio e avevo bisogno di un posto per rilassarmi e riprendermi. Mi trovavo al secondo piano del kamikaze, era la serata bianco/nero: o ti vestivi solo ed esclusivamente di bianco e nero, oppure non potevi entrare. Io avevo adempiuto a quel semplice compito indossando camicia bianca e pantaloni, scarpe e cravatta neri. Certo, ora la cravatta era molto allentata, perché avevo caldo lì dentro e avevo bisogno di aprire i primi bottoni della camicia. Avevo ballato un po' quella sera, con probabilmente una ragazza che era seduta accanto a me. Dico probabilmente perché si era appolpata alla mia spalla destra e sembrava non volersi staccare neanche sotto pregamento. Cosa voleva da me? Non era poi così male, ma sembrava mi volesse soffocare lei, visto che l'aria consumata e il caldo non stavano riuscendo nel loro intento. Chiamai una cameriera e chiesi di portarmi un bicchiere di whisky. Di solito si consumavano al bancone questo tipo di drink, ma purtroppo avevo un koala attaccato al mio braccio, non potevo farci nulla. Dopo che arrivò il mio bicchiere pagai e iniziai a bere, guardandomi intorno nella speranza di trovare qualcuno di conosciuto per potermi scollare la tipa di dosso. Peccato fossero un attimo irriconoscibili. Vestirsi tutti allo stesso modo, in quel momento, non mi sembrava più tanto una grande idea.
But before the night is through...
 
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Athar;
view post Posted on 22/8/2011, 23:50





Aysha Yusra Nassib ~ . . . ©
Il Kamikaze&Bullet Club mi era sempre piaciuto come locale, anche perché era l'unico posto dove si potesse andare dopo il tramonto alla ricerca di un po' di perdizione, per così dire. E di perdizione il Kamikaze ne aveva da vendere, anche se il nome sembrava più da luogo d'incontro per masochisti anonimi.
Cosa che, alcune volte, non era del tutto falsa.
Entrare nel locale non mi fu difficile: il Kamikaze era un club esclusivo, ed io non avevo più di qualche dollaro in borsa, ma non importava. L'entrata risultava sempre gratuita per quelle come me, e i drink contavo di farmeli pagare dall'idiota di turno.
Non mi soffermai neppure nella sala al primo piano, andando direttamente verso le scale che portavano ai piani superiori. Con il tempo avevo capito che i divanetti morbidi e i drink leggeri non facevano per me, decisamente, ed avevo puntato a livelli più alti di depravazione. Perdonate il gioco di parole.
Frequentando abbastanza spesso il Kamikaze, non era difficile tenersi aggiornati sugli eventi, ed ero rimasta piuttosto affascinata dall'idea della serata bianco/nero. Avevo sempre amato i contrasti e, insomma, luce/oscurità, bene/male... era un classico che non potevo perdermi.
Di questo scontro, quella sera io ne ero la prova vivente, nel modo più sensuale possibile. Ondeggiai sugli alti tacchi neri, stringendo tra le dita la borsetta dello stesso colore, mentre percorrevo la rampa, a pochi scalini dall'entrata al secondo piano. A spiccare sulla pelle ambrata, un mini abito bianco mi fasciava fianchi e seno, seguendo la linea morbida del corpo, rendendo impossibile non notarmi, lo sapevo. Il mio problema, probabilmente, era l'essere così consapevole della mia bellezza, e lo scopo di quella sera era uno solo: provocare. Più in bene che in male, ne ero piuttosto certa, soprattutto a causa del lieve pizzo nero del reggiseno che spuntava appena dal vestito, più o meno involontariamente.
Aprii la porta, venendo immediatamente sommersa dall'aria quasi irrespirabile del locale, e dalla folla che si accalcava in una massa bicromatica. Donne che flirtavano, uomini dagli sguardi vacui.. la lascivia era quasi percepibile al tatto. Fantastico.
Mi feci strada tra la gente, scivolando tra i corpi, alla ricerca di un viso conosciuto, o di uno sconosciuto da invitante.
Quello che trovai non soddisfece nessuna delle due categorie: a tre o quattro persone da me, seduto su uno dei divanetti privati del club, c'era quello stronzo di Daniel Hammond. Difficile definirlo con un altro aggettivo, e probabilmente l'avrebbe considerato persino un complimento.
Mi soffermai a guardarlo, cercando uno spiraglio tra la gente, e mi ritrovai ad osservare una scena solita. Un numero indefinito di ragazze che si accalcavano addosso a lui, visibilmente ubriaco, con il colletto sbottonato e la camicia allentata. Era sexy, non c'erano dubbi, e questo me lo rendeva persino più odioso.
Continuai ad osservarlo con la coda dell'occhio e, proprio l'attimo prima che mi sembrasse alzasse lo sguardo su di me, mi voltai, dandogli le spalle e facendomi di nuovo strada tra la folla bianco-nera, tirando indietro i capelli con una mano mentre mi avvicinavo al bancone per un drink.
... I wanna do bad things with ypu.

 
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view post Posted on 25/8/2011, 12:32
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Daniel Lance Hammond ~ . . . ©
La tipa accanto a me aveva ripreso a bere e, a quanto sembrava, i fumi dell'alcool avevano fatto effetto, perché mi era quasi del tutto saltata addosso. Mentre provavo a schivare il suo alito pestilenziale, una figura fasciata - in parte - di bianco mi apparve a qualche metro di distanza mentre si allontanava. Osservai i capelli fluenti e la schiena sinuosa che culminava nella linea del sedere e un ghigno soddisfatto mi apparve sul volto. L'avrei riconosciuta fra mille, ne ero certo. Specialmente da dietro. Continuando a ghignare per la mia scoperta, decisi di contrattaccare: iniziai a reagire alla ragazza e, dopo averle lasciato un bacio sulle labbra, me la scollai di dosso e mi rialzai. Sperai che non mi inseguisse, ma non mi voltai per controllare, o avrebbe potuto fraintendere. Il cameriere al quale avevo ordinato il whisky mi venne incontro preoccupato con in mano il vassoio e semplicemente presi la mia consumazione, facendo un cenno del capo per ringraziarlo, fingendo di prendere un sorso per non parlare. Allentai ancora un po' la cravatta e inseguì Aysha: mi piaceva questo giochino. Forse non era neanche un giochino, semplicemente si era allontanata per andare al bancone, ma sapevo che mi avesse visto poco prima. Non era una mera coincidenza quella di averla vista voltarsi mentre alzavo lo sguardo. Eccola. Nonostante fossero tutti vestiti in bianco lì intorno, lei spiccava perché il suo vestito era completamente bianco. Continuavo a vederle i capelli e la schiena, l'avrei potuto cogliere di sorpresa. Mi avvicinai senza curarmi del rumore, la musica e le persone erano miei complici. Si sta divertendo signorina? le chiesi con finto buonismo e con voce bassa ma forte e calda. Sorrisi e mi portai di fronte a lei, mantenendo una distanza ravvicinata, quel poco che bastava per poter bere un sorso dal mio bicchiere di whisky. Nonostante gli sgabelli del bar fossero alti, mi trovavo comunque più in alto di lei e ciò giocava a mio favore: osservarla dall'alto portava dei vantaggi. Le sorrisi e poggiai il gomito sul bancone, tenendo con entrambe le mani il bicchiere. La guardai negli occhi, quegli occhi che catturavano ipnoticamente l'attenzione ma che, con quella scarsità di luci, non erano ben visibili, ma erano pur sempre luminosi. Fa la tua mossa adesso le dissi nel mio pensiero. Cosa avrebbe fatto? Aspettai paziente che si rivelasse.
But before the night is through...
 
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Athar;
view post Posted on 26/8/2011, 00:54




Aysha Yusra Nassib ~ . . . ©
Fu una sensazione percepibile sulla pelle, un po' come una leggera scossa elettrica sotto la nuca. Ero brava in quelle cose: sapevo sempre quando un uomo mi guardava, e capitava piuttosto spesso, lo ammetto.
Mi ero seduta su uno degli sgabelli che contornavano il bancone, sporgendomi appena per richiamare l'attenzione del barman e, allo stesso tempo, accavallando le lunghe gambe scure, mentre il vestito si tirava su di qualche centimetro.
Come dicevo, ero brava in quelle cose: capire l'angolazione in cui inclinare il viso per renderlo più seducente, come accavallare le gambe per mostrare più pelle nel modo più “casuale” possibile, come sfiorare l'altro facendo solo intravedere la sensualità del gesto.
Nadja, una mia amica della facoltà, mi aveva sempre chiesto come mai perdessi tempo con Sociologia quando avrei potuto guadagnare parecchio come escort. Avevo deciso di prenderlo come un complimento, ovviamente.
Scostai una ciocca dal viso, e stavo per ordinare, quando sentii una voce alle mie spalle, tanto vicina da percepirne il respiro contro il lobo dell'orecchio. Avvertii quel brivido sulla base della nuca espandersi lungo la colonna vertebrale, ma così leggero che lo ignorai.
“Si sta divertendo signorina?”
Inclinai il volto quel tanto che bastava per intravedere Daniel, avvicinatosi al bancone a sua volta. Sorrideva con quel suo solito fare pieno di sé, convinto che il mondo fosse ai suoi piedi e lui fosse un dio greco sceso sulla terra.
Non aveva torto, nella maggior parte dei casi, dovevo ammetterlo. Dannazione, era così perfetto che sembrava ritoccato con il photoshop! Ed era proprio questo che mi infastidiva di lui, intrigandomi al tempo stesso.
-A dire il vero, non molto.- ribattei, inarcando un sopracciglio, prima di concedermi un lieve sorriso, ed aggiungere calore alla voce -Almeno, <i>non per ora.
Sussurrai, mentre finalmente il barman si avvicinava. Sorrisi angelica, inclinando il viso nell'osservarlo, quasi a cercare di capire se ne valesse la pena. Uhm, magari alla prossima occasione.
-Un Margarita. Paga il signore.
dissi, indicando con un gesto vago della mano proprio Daniel. Il problema tra me e Dan era proprio questo: non si sapeva chi dei due avesse più faccia tosta.
Lo guardai come a scusarmi, ma con un sorriso ironico sulle labbra, prima di continuare il discorso precedente.
-E tu? Ti stai divertendo?
Era abbastanza ovvio che mi stessi riferendo alla sua schiera di sciacquette lasciate lì, mezze sbronze sul divanetto.
... I wanna do bad things with you.


 
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3 replies since 22/8/2011, 01:16   82 views
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