Con Puck occupammo i nostri posti, volevo trascorrere il tempo in attesa di Rachel a tenergli le mani, giocare con le sue dita, e baciarlo, ma lui si tolse la giacca dei Titans e si avviò verso la chitarra. Mi voltai per rivolgermi a Meredith, non che non ci fossimo riviste dopo il suo ritorno, ma dopo la nostra “tregua”, o meglio “pace”, non mi dispiaceva parlare con lei, dovevo chiederle un mucchio di cose, ma Puck aveva altri piani, ed io non avrei potuto parlare con Meredith visto quello che aveva intenzione di fare.
- In ogni caso, prima che arrivi Rachel - e quindi ci riempa la testa con le sue idee -, devo assolutamente farvi sentire della vera musica. - Puck era impazzito per caso?
- Bene, anche questa volta dovrò interrompere il mio "omaggio agli artisti ebrei" per dar spazio ad un gruppo che ha praticamente creato la musica come la intendiamo oggi. - Spalancai gli occhi guardandolo allarmata. Cosa stava per fare? Ogni volta che prendeva un’iniziativa ero spaventata. Temevo che avrebbe rovinato la mia campagna elettorale con un colpo di testa o qualcosa di simile. Beh, quei pensieri non mi erano appartenuti se non fino a qualche giorno prima, ma adesso non riuscivo proprio a togliermeli dalla testa. Io. Corona. Puck. Re e Regina. Ecco su cosa la mia mente litigava costantemente, e di solito, la cosa che annientava tutte le altre era
Puck. Alcune volte era piacevole, altre mi lanciava nella disperazione. Certo, forse con Sam sarei stata più tranquilla, perché eravamo belli e biondi entrambi, anche se c’era ancora qualche dubbio sul suo reale colore di capelli. Chi non avrebbe votato per Barbie e Ken? Con Finn al mio fianco, invece, avrei vinto sicuramente, gli altri ci avrebbero guardati e non si sarebbero azzardati a candidarsi se in gara c’eravamo già noi. Ma se ero con Puck rischiavo veramente
tutto. Non era proprio un ragazzo affidabile, ed il Re doveva esserlo. Ma… Se stavo con Puck stavo bene, mi rilassavo, e forse sarei stata anche in grado di reggere un colpo duro come non essere eletta reginetta della scuola. Con Finn e Sam probabilmente non l’avrei mai perdonato. Tuttavia, quel mio ottimismo poteva variare in pessimismo cosmico nel giro di due secondi. Ultimamente il mio umore era instabile, e oscillava tra eccessi di felicita, in cui giuravo – nella mia mente – amore eterno a Puck (anche se ciò significava non essere eletta Reginetta del McKinley), e momenti di rabbia e sconforto nero, in cui sapevo che non sarei sopravvissuta se non avessi vinto. Momenti in cui prendevo in considerazione l’idea di propormi alla candidatura con Finn. Ma non l’avrei mai fatto, perché avevo il mio Puck.
Il mio uomo questa volta, e nemmeno Santana, con i suoi interventi ed il chiudermi in una cella frigorifera, sarebbe riuscita a separarci. E la canzone che Puck iniziò a cantare, me lo confermò ancor più di prima. Erano parole profonde, quel genere di parole che non mi sarei mai aspettata di sentire da Puck, ma che sognavo sempre. Lo guardai sorridendo per tutto il tempo. Non lo feci per incoraggiarlo, era un riflesso incondizionato. Sorridevo talmente tanto che mi facevano male le guance, e non riuscivo a smettere. Erano parole stupende. E
romantiche, molto romantiche. Quando Puck smise di suonare mi alzai in piedi e ovviamente, senza deludere le aspettative, gli andai incontro dandogli un bacio sulle labbra. Puck aveva mai cantato una cosa del genere a Santana? No. Probabilmente nessuno avrebbe cantato qualcosa del genere ad una stronza del genere. Forse solo Brittany, che era tanto stupida e tanto dolce da non vedere com’era veramente. Ma Brittany, Santana, Sam, Meredith e tutti gli altri occupavano un ruolo marginale nella mia testa in quel momento, perché le uniche parole che rimbalzavano da una parte all’altra erano quelle di Puck
- You make me live.. You you're my best friend. - Accarezzai il viso di Puck e lo baciai di nuovo. Certo, dovevo contenermi davanti agli altri, non potevo saltare come una stupida ragazzina innamorata, ma quella sera,
nella nostra intimità, avrei ringraziato Puck a modo mio per quella canzone.
- Non vedo l’ora che sia stasera. - gli sussurrai a voce bassissima all’orecchio. Non sapevo come esprimere a parole quello che provavo in quel momento. Era banale quello che stavo per dire, ma delle volte le cose banali sono quelle più
vere e sincere.
- Anche per me, tutto quello che hai detto. - gli dissi con dolcezza inclinando la testa di lato. Okay, anche io me ne rendevo conto: troppa dolcezza. Ma nemmeno miss Cinismo sarebbe riuscita a non apparire caramellosa dopo una canzone del genere dal ragazzo che le piaceva. E poi, in quel momento mi stava tornando in mente la canzone
Beth, e ovviamente ripensai alla
nostra Beth.